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Per ogni certezza consultare
il proprio medico di fiducia.

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  1. NUTRIENTI

  2. Pagina 2

  3. ALIMENTI

  4. DIGESTIONE

  5. Pagina 3

  6. LA LINFA

  7. DIMAGRIRE

  8. Pagina 4

  9. DIGIUNO TERAPEUTICO

  10. MIMA - DIGIUNO:  COMPENDIO sugli ALIMENTI
  11. DIETA MIMA-DIGIUNO

 

 

F O R U M       S A L U T E

   Tutto quanto ho ricercato sulla salute è servito saperlo a me.

Se qualcuno legge le informazioni qui raccolte e ne trova utili, si rivolga prima al proprio medico per averne conferma.

   È comunque un viaggio affascinante che ho intrapreso sul funzionamento del corpo umano.
   E quando negli ultimi tempi per un'operazione subita ho potuto constatare come siano deperibili i tessuti e la carne del corpo, sono ancora più meravigliato di come pensieri, emozioni e desideri vi possano risiedere, espandersi e gestire una vita.

   Invidio poeti, asceti, scienziati ... che nonostante il proprio corpo sono riusciti a elevarsi e creare in se stessi un corpo mistico, incorruttibile e più potente.


Cordiali saluti.



e-mail:  giro.castiglione@gmail.com

 

 

 


IL DIGIUNO TERAPEUTICO

  • Il digiuno non ha come scopo principale il dimagrimento, ma di permettere alle cellule di rigenerarsi e proteggere l'organismo dall'obesità e dalle altre malattie croniche legate all'invecchiamento, come il morbo di Alzheimer.
  • I diabetici non devono mai digiunare (tranne sotto strettissimo controllo medico), ed allo stesso modo coloro che hanno problemi di ipoglicemia.
  • Prima dei 21 anni è sconsigliato effettuare digiuno in quanto la presenza di qualsiasi stato di tossicità in individui giovani deve essere vagliata dal medico curante per eseguire accertamenti o analisi di laboratorio.
  • E' meglio che i digiuni autogestiti non durino più di due-tre giorni e solo dopo aver bene studiato sia la preparazione che la ri-alimentazione.
  • E comunque . . . Cenare prima delle 17, oppure di saltare il pasto serale, apporta alla mattina una lucidità e una leggerezza davvero impagabili.

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    DIGIUNO TERAPEUTICO BREVE: 36 H - 3 D


    • Prepararsi mangiando per 1- 2 giorni cibi puri:

    • Cibi puri non rilasciano residui:
      Frutta e ortaggi che restano freschi a lungo.
      Di stagione, maturati naturalmente.
      Pieni di energia solare.
    • Cibi impuri:
      Entrano in putrefazione subito.
      Lasciano tanti residui.
    • Iniziare la sera 17-21 e durare fino alla mattina del dopodomani.
    • Se si sente il bisogno di mangiare qualcosa durante il digiuno, si opti per una o due mele o altra frutta e verdura fresca di stagione , in razioni di 200gr.
    E' importante la presenza di fibre, in parte assunte dalla buccia della frutta e dalle verdure, ma anche un'integrazione con semi di psillio o di glucomannano, purché di buona qualità. Quando si assumono questi integratori, è essenziale bere molta acqua per permettere alle fibre di gonfiarsi e svolgere così il loro lavoro di spazzino. Evitare la crusca di grano in quanto può irritare le pareti del colon.
    • Bere moltissima acqua (ma non certo quella del rubinetto in quanto piena di elementi tossici, di cloro inibitore del sistema immunitario, e con un pH errato):
    1.5 - 2,5 l nelle 24 ore. Scegliere acqua adatta a tale lavoro di pulizia profonda, con residuo fisso inferiore a 50 mg/lt e con ph compreso fra 6.4 e 6.9.
    • Bere molte centrifughe di frutta o verdura fatte al momento.
    Alcune idee: mele e carote, carote e sedano, carote e barbabietole rosse. I più coraggiosi possono aggiungervi anche aglio e cipolla, eccezionali per la pulizia.
    • Aglio: le capsule di aglio aiutano il processo di depurazione, e quindi se ne dovrebbero assumere 2 al giorno.
    • Durante il giorno fare esercizio fisico leggero - Scegliere di effettuare un digiuno terapeutico nei giorni non lavorativi durante i quali anche a livello mentale l'organismo è "impegnato".
    • Aspettarsi una lieve "crisi di depurazione", consistente in cefalea, stipsi o diarrea, dolori sparsi per il corpo, brufoli, ecc. Sono semplicemente tossine stagnanti che finalmente sono state portate in superficie. Tali crisi generalmente passano entro 1 o 2 giorni, per lasciare una sensazione di leggerezza.
    • Iniziare la giornata con una tisana di camomilla senza zucchero ma con l'aggiunta di 10-20 gocce di limone.
    • Si torna in modo graduale al regime alimentare, dopo 24-36 ore, con frutta e ortaggi maturi, crudi, ben masticati.
    Evitare cibi pesanti a base di latte o oleosi.
    • Un digiuno terapeutico "disintossicante" può essere ripetuto con frequenza mensile. Soprattutto in individui in soprappeso , fumatori , alcolisti , soggetti con colelitiasi e con livelli alti di colesterolo e trigliceridi.

     

    DIGIUNO TERAPEUTICO LUNGO 7 - 15 D

    Perché digiunare
    La prima volta non fatelo mai senza essere seguiti da chi ha esperienze provate in questo campo!!!
    Il nostro metabolismo si regge su due attività in equilibrio: l'anabolismo (costruzione) e il catabolismo (distruzione di materia organica), che produce continuamente scorie eliminate attraverso gli organi escretori (reni, fegato, intestini, pelle, vie respiratorie). In ogni organismo vivente il cibo, dopo essere stato digerito, viene assimilato dalle cellule che eliminano in seguito le scorie metaboliche (cataboliti).
    Se si mangia in continuazione il nostro organismo ha poche energie a disposizione per eliminare tutte le scorie prodotte dall'attività catabolica e digestiva ed esse si accumulano e producono tossiemia. Durante il digiuno, cessando la digestione, tutta l'energia dell'organismo viene utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti, le tossine. Non assumendo cibo dall'esterno, il corpo si nutre delle proprie riserve con il processo dell'autolisi (digestione dei propri tessuti). Essa è sempre guidata dalla nostra meravigliosa vis medicatrix naturae: i tessuti sono persi in ragione inversa alla loro utilità, viene metabolizzato il glicogeno epatico, i centri nervosi non vengono toccati, sono riassorbiti i tessuti anormali (cisti, tumori, ascessi, cellulite, edemi, trombi, ecc...): ciò si traduce in una perdita di peso e un senso di fame si mantiene per i primi giorni per poi sparire quasi completamente.
    Gli organi sensoriali si affinano; l'odorato è più sensibile, gli occhi diventano più chiari e brillanti, la vista e l'udito possono migliorare e con la ri-alimentazione ci si accorge di una migliore sensitività gustativa.
    In genere ci si sente più tranquilli e rilassati, le facoltà mentali - intorpidite nei primi giorni - si potenziano, il desiderio sessuale può diminuire, le mestruazioni generalmente arrivano in anticipo, il sonno migliora e bastano meno ore per sentirsi riposati, le forze possono diminuire ma molti si sentono pieni di energie.

    Controindicazioni al digiuno:
    • in caso di carenza nutritiva reale, assai rara;
    • la convinzione che il digiuno non servirà a guarire i disturbi accertati;
    • la `paura ossessiva` è controindicazione assoluta;
    • in gravidanza si possono praticare digiuni brevi;.
    • il diabete in caso di dipendenza da insulina;
    • ogni dipendenza farmaceutica profonda deve essere attentamente valutata;
    • l'organismo deve essere autonomo, deve poter compiere da solo le funzioni essenziali alla sopravvivenza, senza medicine.

    Durata del digiuno
    I digiuni igienisti usati come mezzo per recuperare la salute in genere durano dai sette ai quaranta giorni, salvo le diverse valutazioni del singolo caso. Attualmente, poiché molte persone sono a tal punto intossicate e povere di energie da esaurire con soli dieci-quindici giorni di digiuno le proprie riserve di vitamine, sali minerali, oligoelementi, ecc., si tende a fare dei diguni medi di dieci-quindici giorni, ripetuti e intervallati da periodi di alimentazione fruttariana o crudista.

     

     

     

     

    PREPARAZIONE AL DIGIUNO

    Dove digiunare
    Il primo digiuno deve essere fatto sotto controllo di un esperto professionale in Igienismo - Scienza della Salute, affinché il partecipante comprenda le reazioni provocate dal digiuno, evitando allo stesso tempo di commettere errori. Si digiuna in un clima di riposo lontano dalle preoccupazioni quotidiane, dallo smog e dal caos cittadino, possibilmente lontano dai familiari (spesso causa del nostro disagio).
    È preferibile che il luogo non sia troppo freddo visto che il digiuno diminuisce la resistenza al freddo. Meglio un centro specializzato.

    Preparazione emotiva
    Il giorno prima del digiuno si deve preparare non soltanto l'organismo, ma anche la mente e lo spirito. In questo giorno particolare si consiglia di riflettere ancora bene sulle motivazioni che spingono al digiuno e di raggiungere lo stato d'animo adatto.
    La mattina e la sera bisogna praticare un po' di ginnastica (se non si è già iniziato a prendere questa abitudine molto prima) e fare almeno 1 ora di movimento all'aria aperta (camminare di buon passo, andare in bicicletta, dedicarsi al giardinaggio, ecc.)
    Per il resto della giornata, ci si può dedicare alle attività preferite, evitando, però, gli sforzi e soprattutto le arrabbiature e lo stress: si cureranno gli hobby per i quali normalmente resta poco tempo. Chi durante il digiuno continua a lavorare, dovrà informare colleghi e superiori della sua decisione di seguire questa cura per evitare conflitti e difficoltà; mentre chi non lavora parlerà con i famigliari (soprattutto con il partner), per evitare che sorgano problemi nella sfera privata.

    Preparazione alimentare
    Volendo intraprendere un digiuno autogestito, è fondamentale una preparazione di almeno due settimane; si devono modificare le abitudini alimentari, per facilitare il passaggio al nuovo regime.
    Abbandonare gli eccitanti come il caffè, il tè, lo zucchero bianco, il cioccolato, l'alcol, il fumo; praticare una discesa alimentare che consiste nell'eliminare gradualmente i farinacei, le leguminose, i cibi di derivazione animale, fino a nutrirsi esclusivamente di frutta fresca nei due o tre giorni che precedono il digiuno:
    Dalla prima settimana di preparazione: se non si è igienisti praticare un'alimentazione vegetariana seguendo le combinazioni alimentari. Invece del caffè o del tè si usi l'infuso di rosmarino, che attiva la circolazione.
    Dalla seconda settimana di preparazione: mangiare frutta e verdura cruda durante il giorno e consumare un eventuale pasto serale con frutta cotta.

    Il giorno prima del digiuno
    La vigilia della cura prevede solo frutta e verdura crude, completa astensione dai prodotti di origine animale. Si consiglia di bere acqua minerale iposodica e senza aggiunta di anidride carbonica (fino a 1,51 al giorno), 2-3 tazze di infuso d'erbe senza zucchero e 300¬500 g di succhi naturali di frutta, verdura e erbe.

    RICETTE:
    FRUTTA CONDITA
    100-150 g di mele o di altra frutta (a seconda della stagione), con 2-3 datteri o fichi secchi, il succo di mezzo limone, l cucchiaio di miele e i di nocciole tritate:
    Lavare le mele (o altra frutta), grattugiarle e aggiungervi il succo di limone, il miele e le nocciole.
    PAPPA DI FRUMENTO INTEGRALE CON FRUTTA
    20 g di frumento integrale, o semi di dinkel, 8 cucchiai di acqua, 100 g di mele o di altra frutta di stagione, 10 datteri, fichi o uva passa, i cucchiaio di miele. 10 mandorle tritate:
    Macinare il grano la sera e metterlo a bagno con 5 cucchiai di acqua per tutta la notte. Spezzettare la frutta secca e metterla a bagno con 3 cucchiai di acqua per tutta la notte. La mattina mescolare bene il grano, la frutta secca e l'acqua in cui era stata messa a bagno. Grattugiare le mele (o altra frutta) , mescolarle bene con il grano e la frutta secca, aggiungervi miele e mandorle.
    PAPPA DI FRUMENTO INTEGRALE CON VERDURA
    50 g di grano integrale, 100 g di carote, 50 g di pomodori, olio di oliva e limone, erbe aromatiche per insaporire:
    Mettere a bagno il grano come nella ricetta precedente. La mattina lavare le carote e i pomodori, grattugiare le prime e tagliare a pezzetti i secondi.
    Mescolarli al grano, aggiungere olio e limone guarnire con le erbe aromatiche.
    PATATE AL CARTOCCIO CON LA VERDUA CRUDA
    2 patate (circa 160 g),1 cucchiaio di olio di germe di grano o dine.
    Piatto di verdura cruda: qualche foglia di insalata, l ravanello, 50 g di carote e 50 g di mandarino a pezzetti, 2 pomodori piccoli.
    Insalata:
    Condimento: i cucchiaio di olio e limone, i presa di sale integrale e fruttosio. Per guarnire: qualche striscia di peperone verde, 3 olive, 1/2 cucchiaio di prezzemolo tritato finemente.
    Patate:
    Condimento: 1/3 di vasetto di yogurt magro, succo di 1/2 limone, l presa di sale marino integrale.
    Per guarnire: i cucchiaino di prezzemolo tritato.
    Lavare le patate sotto l'acqua corrente con una spazzola e asciugarle.
    Tagliare un pezzo di carta d'alluminio grande tre volte le patate, spennellarla di olio e avvolgervi ogni patata. Mettere in forno a 220 °C per i ora.
    Nel frattempo disporre l'insalata lavata su un piatto.
    Lavare bene sotto l'acqua corrente le carote e il ravanello, grattugiarli grossi e metterli (separati) nel piatto.
    Disporre 8 fettine di mandarino in circolo attorno al ravanello e alle carote grattugiate, dividere in 4 i pomodori e disporre ogni quarto tra 2 fettine di mandarino.
    Mescolare bene gli ingredienti del condimento dell'insalata e versarvelo sopra. Snocciolare e dimezzare le olive e guarnire l'insalata, senza dimenticare le strisce di peperone e il prezzemolo.
    Poco prima che le patate siano pronte mescolare olio o yogurt con il succo di limone e insaporire con una presa di sale.
    Togliere le patate dal forno, aprire i cartocci e premere le patate in modo che la buccia si apra; versarvi il condimento preparato, guarnire con prezzemolo.
    Accompagnare con il piatto di verdura cruda preparato.
    Il giorno precedente il digiuno deve concludersi in un orario che ci si può abituare a rispettare durante la cura (es. le 21-22). Prima di coricarsi è consigliabile bere una tisana calmante (a base di valeriana, melissa, luppolo) o prendere un tranquillante naturale (ottimi sono gli estratti di valeriana e luppolo, in vendita in farmacia anche senza prescrizione medica). Sono assolutamente sconsigliati i sonniferi sintetici, poiché uno degli obiettivi della cura del digiuno è proprio liberare l'organismo dalle tossine e dalle scorie prodotte da farmaci e altro. Se il giorno prima del digiuno si possano prendere altri farmaci contro determinate malattie, lo dovrà stabilire il medico.

     

     

     

     

    DURANTE IL DIGIUNO

    Da leggere attentamente più volte durante il digiuno.
    Se ci si è preparati bene nella settimana precedente, dubbi e incertezze non avranno la meglio perché la convinzione, le motivazioni e le aspettative avranno radici profonde.

    Primo giorno di digiuno
    • E' meglio dormire fino a svegliarsi spontaneamente, perché così si ha la possibilità di riposare bene e di sentirsi meglio. In tali condizioni sarà più facile programmare il primo giorno mantenendo il buon umore e l'entusiasmo. Appena svegli, respirando profondamente, si assapora il senso di calore e di pesantezza in tutto il corpo.
    • Dopo gli esercizi di rilassamento ci si stira bene e ci si alza. I primi passi portano in cucina dove si berranno almeno 2 bicchieri di acqua minerale, povera di sodio e non addizionata di anidride carbonica, a temperatura ambiente (mai appena tolta dal frigorifero!), a piccoli sorsi.
    • Ci si mette poi davanti a una finestra aperta, sul balcone o all'aperto (a seconda della stagione) per fare 5-10 minuti di ginnastica leggera. Non deve essere troppo faticosa, soprattutto per chi si sottopone al digiuno per la prima volta. La ginnastica può essere sostituita anche con una breve corsa nei boschi, se si è già allenati, che durerà dai 10 ai 20 minuti a seconda della costituzione e dell'allenamento. E decisamente sconsigliata a chi non è abituato a questi sforzi.
    • Ci si dedica poi alla toilette mattutina. Si consiglia soprattutto una doccia calda con l'ultimo risciacquo freddo. Dopo essersi asciugati con un asciugamani ruvido (stimola la circolazione ed elimina le cellule morte) ci si massaggia con una buona lozione o un olio (da acquistare in erboristeria), perché durante il digiuno è molto importante avere molta cura della propria pelle.
    Particolare attenzione all'igiene orale e pulizia dei denti: uno degli effetti collaterali di questa cura e conseguenza del processo di disintossicazione è l'alitosi: si devono pulire bene i denti e usare un collutorio naturale per l'igiene generale della bocca.
    • Completate queste operazioni, si prepara con 3/4 di litro di acqua tiepida e 40 g di sali di Glauber una soluzione purgante che deve essere bevuta a piccoli sorsi nel giro di 10-20 minuti. Anche se non ha un sapore gradevole, non si deve rinunciare a questa operazione, perché solo così si svuota completamente l'intestino, avviando il processo di disintossicazione. Se il sapore dei sali di Glauber è proprio insopportabile, vi si può aggiungere un po' di succo di frutta.
    Un'altra alternativa è un enteroclisma o clistere, che svuota l'intestino completamente e in fretta, o un preparato a base di erbe con effetto lassativo.
    • A metà mattina si bevono (a seconda di quanto si ha sete) 1-2 tazze di infuso d'erbe. Chi ha bisogno di riattivare la circolazione opti per quello di rosmarino.
    • Intorno a mezzogiorno o all'ora in cui si è abituati a pranzare, si bevono ancora 1 tazza di infuso d'erbe e 1-2 bicchieri di acqua minerale, che aiutano anche a combattere il senso di fame.
    • A metà pomeriggio ancora 1 tazza di infuso d'erbe e 1 bicchiere di acqua minerale.
    • La sera, non dopo le 19,1 tazza di brodo di verdura senza sale (con pochissime calorie) e 1-2 bicchieri di acqua minerale.
    • Per concludere il primo giorno di digiuno, l tazza di infuso di melissa, valeriana o luppolo, che favoriscono il sonno.
    Acqua minerale, infusi e brodo di verdura devono essere sempre sorbiti a piccoli sorsi perché in questo modo risultano più efficaci. E molto importante che si assuma una quantità sufficiente di liquidi, soprattutto di acqua minerale naturale, per espellere scorie e tossine dai tessuti ed eliminarle attraverso i reni. Si possono bere fino a 3,litri di liquidi al giorno.
    Il modo in cui si struttura il primo giorno di digiuno è molto importante: non ci si deve sforzare troppo, né, peraltro, si può stare troppo fuori casa, per i probabili frequenti stimoli a svuotare l'intestino. Non ci si annoierà comunque. Ci si può dedicare alle cose che normalmente per mancanza di tempo non si possono fare, e comunque fare dell'attività fisica, limitata, a causa della frequente necessità di andare in bagno, e brevi passeggiate intorno a casa o a un po' di ginnastica.
    A mezzogiorno, magari mentre gli altri mangiano, si può fare un riposo pomeridiano (1-2 ore) associato a esercizi di rilassamento.
    È consigliabile anche applicare, durante il riposo pomeridiano, un impacco caldo (borsa acqua calda) sulla parte del torace che corrisponde al fegato per sostenere questo organo sottoposto a uno sforzo particolarmente intenso durante il processo di disintossicazione. L'impacco sul fegato deve rimanere applicato per 1-2 ore; durante l'applicazione ci si deve coprire molto bene.
    Il primo giorno si conclude tra le 21 e le 22. Si consiglia di fare ancora 5-10 minuti di ginnastica leggera a finestra aperta, di lavarsi completamente con acqua tiepida e di eseguire con molta cura le operazioni di pulizia dei denti e della bocca (come la mattina). Poi ci si corica.
    Una tazza di infuso di erbe favorirà il sonno; prima di addormentarsi, però, è opportuno passare in rassegna le attività della giornata e riflettere di nuovo su motivazioni e aspettative in vista del giorno dopo.

    Secondo giorno di digiuno
    • Come il primo, il secondo giorno di digiuno inizia con gli esercizi di distensione e di autocontrollo, eseguiti a letto, prima ancora di alzarsi; poi si passa alla ginnastica e alla toilette mattutina.
    La cura dell'igiene del proprio corpo è più importante del solito perché, a causa del processo di disintossicazione, la pelle tende a emettere cattivi odori.
    • Poi si bevono 2 bilcchieri di acqua minerale a temperatura ambiente e 1-2 tazze di infuso d`erbe o di rosmarino non dolcificato.
    • Dopo i ripetuti svuotamenti dell'intestino il primo giorno, il secondo giorno non ve ne sarà alcuno e si avrà quindi molto tempo per fare attività fisica all'aria aperta. Si consiglia di passeggiare 1 ora la mattina e il pomeriggio, di fare una o due gite in bicicletta o di dedicarsi a qualche lavoro di giardinaggio (non troppo pesante). Chi è allenato a correre, può continuare l'allenamento.
    Il movimento all'aria aperta consente all'organismo di incamerare molto ossigeno, necessario per bruciare scorie e tossine. Al tempo stesso la muscolatura, indebolita dalla vita sedentaria, riprende tono e vigore.
    • A metà mattina si bevono altri 1-2 bicchieri di acqua minerale naturale e 1 tazza di infuso d`erbe, e a mezzogiorno si beve di nuovo la stessa quantità di liquidi; se lo si desidera, vi si può aggiungere i tazza di brodo di verdura senza sale né grassi aggiunti. Poi ci si mette a letto per 1-2 ore, mantenendosi ben caldi e aiutando il fegato con un impacco caldo.
    • Anche il pomeriggio prevede movimento e attività del tempo libero, nonché l'assunzione di 4-5 bicchieri di acqua minerale (l'ultimo non oltre le 19).
    • Il programma della sera è uguale a quello del primo giorno di digiuno: 1 tazza di infuso di erbe tranquillanti, ginnastica, cura dell'igiene del corpo e dei denti e prima di addormentarsi esercizi di rilassamento a letto. Anche il secondo giorno di digiuno finisce tra le 21 e le 22.
    Il secondo giorno della cura si manifesta una chiara reazione al digiuno, che si fa sentire soprattutto nel pomeriggio e la sera, se l'organismo ha incamerato una quantità sufficiente di ossigeno.
    Rispetto al primo giorno e alla mattina del secondo migliora molto la sensazione di generale benessere e diminuisce il senso di fame.
    Ci si sente ancora un po' irritati e di cattivo umore, ma basterà qualche esercizio di rilassamento per superare questo stato. Avendo fatto molto movimento all`aperto la sera si sentirà un benefico senso di stanchezza che aiuterà a dormire meglio.

    Terzo giorno di digiuno
    • Dopo il lungo e profondo Sonno della notte ci si sveglierà riposati e ci si sentirà veramente bene. Forse si awertirà ancora un po' di fame che, però, sparirà completamente nel corso della giornata.
    Per rafforzare il senso di benessere che si prova appena svegli si eseguono gli esercizi di rilassamento. Il corpo si è adattato alla nuova situazione e non si ribella più; ci si sente in perfetta forma i pensieri sono più chiari e le difficoltà personali sembrano sparire.
    • Il programma della mattina è uguale a quello del primo giorno: si bevono prima 2 bicchieri di acqua minerale (durante la giornata si devono bere 2,5 l di acqua), si esegue qualche esercizio di ginnastica - ormai diventato buona abitudine - si fa una doccia (l'ultimo risciacquo deve essere freddo e ci si deve asciugare energicamente con una salvietta ruvida) e si puliscono con cura i denti.
    • Arriva poi il momento sgradevole di questa giornata: la pulizia dell'intestino con la soluzione di sali di Glauber o con il clistere, o con il te lassativo. L'intestino infatti contiene ancora molte scorie e tossine che devono essere assolutamente eliminate.
    Questa misura, sgradevole ma necessaria, impedisce di fare passeggiate lunghe; è consigliabile organizzare questo giorno come il primo e bere soltanto acqua minerale con 1-2 tazze di infuso d'erbe a colazione per stimolare l'organismo.
    • Il riposo pomeridiano con impacco sul fegato si ripete anche in questo giorno e il programma serale è del tutto uguale a quello del primo.
    Il terzo giorno deve procedere a un ritmo lento e non presenta nessun problema. Come organismo, mente e spirito, così anche amici e famigliari si sono abituati al digiuno e non è probabile che vi siano scontri o difficoltà. Il senso di fame è scomparso, ci si sente leggeri e liberi, mentre umore e stato d'animo migliorano continuamente. La giornata si conclude, come le precedenti, tra le 21 e le 22.

     

     

     

     

    CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO

    Comportamento
    Il digiuno si fa in un ambiente calmo, tranquillo e senza tensionî. Durante il digiuno si diventa sensibili a tutte le influenze esterne poiché, non potendosi più nutrire di cibo materiale, ci si nutre di emozioni e di tutto ciò che l'ambiente offre. Le scuole della salute igienista sono i posti migliori per condurre un buon digiuno, con professionisti che aiutano ad intraprendere un viaggio che porta alla salute e ad interpretare ciò che succede durante questo cammino.
    Il digiuno aiuta a liberare dai condizionamenti psicologici; questi molte volte riaffiorano come tensioni ed è importante poterli ben gestire. Il periodo migliore per digiunare è quello caldo, dalla primavera all'autunno.
    E' importante seguire attentamente i desideri e bisogni del proprio corpo. Ci si lava usando solo l'acqua ed eliminando qualsiasi tipo di detergente. I denti si puliscono senza usare il dentifricio. E' fondamentale entrare in uno stato d'animo di amore e di fiducia, vivere l'esperienza come se fossimo degli spettatori di ciò che succede, e cioè della "vis medicatrix naturae".

    Reazioni durante il digiuno
    Quando si inizia un digiuno quasi inevitabilmente si presentano degli sviluppi fisici. Sono malesseri e dei disturbi interpretati come crisi dovute a eliminazione tossiemica (le cosiddette "scariche", ovvero crisi di disintossicazione). Queste crisi sono fisiologiche: l'organismo rivive le malattie del passato e disintossica gli organi interessati, vi è una rivisitazione a ritroso delle malattie vissute dal paziente che inizia con le patologie più recenti per arrivare a quelle della prima infanzia. Il mal di testa può essere frequente in persone che abusano di caffè e di sigarette, la debolezza è in genere più marcata nelle persone che consumano poca frutta e verdure crude.
    Questi stati fisici non devono allarmare, ma anzi rasserenare, in quando il nostro fisico ha ancora la forza vitale dell'auto-depurazione. Ad esempio, la lingua diventa patinosa e si avverte un orribile sapore in bocca, l'alito ed il sudore in genere sono fetidi, le urine diventano più abbondanti e si possono colorare di scuro, essere più dense ed emanare un cattivo odore (spesso si sente l'odore di farmaci assunti anche decine di anni prima), si inizia ad espellere catarro, può venire la febbre, dolori articolari diffusi, e per chi è abituato a bere molti caffè, quasi sempre forte mal di testa, nei primi giorni. Ma questo è uno scotto necessario. Nonostante tali condizioni possono essere spiacevoli, esse rappresentano un processo purificatore così come lo è la perdita di peso.
    Durante il digiuno non esistono regole che valgano per tutti: chi si sente forte e chi
    debole, chi è euforico e chi triste, chi ha fame e chi no, chi ha malesseri o crisi di eliminazione e chi sta bene.
    Sperimenterai giorni, quando i rifiuti saranno nella circolazione, in cui ti renderai conto che il sonno sarà agitato e disturbato e potrai fare brutti sogni. Questo succede quando i veleni passano attraverso il cervello.
    Non dimenticare che sei, fra parentesi, sul tavolo operatorio della natura, una meravigliosa operazione che stai effettuando senza l'uso di un bisturi!
    Se una qualsiasi sensazione strana dovesse presentarsi a causa dei farmaci passati che sono ora nella circolazione, fai immediatamente un clistere, distenditi e se necessario allevia il digiuno, con brodo di verdura non amidacea.

    Naturalmente per primo si manifesta e si accentua il disturbo già noto, ossia quello per cui si decide di digiunare (nel caso del digiuno terapeutico).
    Poi vengono i disturbi legati a problemi di salute del passato. Tutti conservano, nei tessuti, postumi di traumi o di malattie passate. Digiunando, questi tessuti danneggiati si riparano; quando il danno è reversibile, la sua antichità non limita le nostre capacità di porvi rimedio.
    In fine il disturbo che si potrebbe sperimentare è quello latente, ossia si potrebbe rivelare la presenza di un focolaio di infezione ancora sconosciuto che denota un disordine fisiologico che prima o poi si sarebbe comunque manifestato. Il disturbo segnala l'attività di autolisi. Se un disturbo diventa intollerabile, si frena l'autolisi con succhi di frutta fresca o l'applicazione di calore, senza fare ricorso ad analgesici e calmanti, sempre raccomandando il riposo completo.
    Ogni volta che ti alzi dopo esserti disteso, fallo lentamente, altrimenti potresti avere le vertigini.
    Non è una cosa grave, ma andrebbe evitata.

    Bevande durante il digiuno
    L'entusiasta digiunatore "fanatico" beve soltanto acqua. Pensa che sia meglio evitare la benché minima traccia di alimento. MA UNA LIMONATA LEGGERA CON UN PO' DI MIELE 0 ZUCCHERO GREZZO, 0 UN PO' DI SUCCO DI FRUTTA, E' LA COSA MIGLIORE.
    Bere acqua quanto si desidera durante la giornata, ma in generale non più di 2 o 3 litri scarsi. Meno si beve, più aggressivamente lavora il digiuno.
    Come alternativa, il succo vegetale, fatto con verdure non amidacee cotte, va molto bene durante i digiuni più lunghi. Il SUCCO di pomodoro crudo, ecc., va pure bene.
    Ma se il succo di frutta, per esempio, SUCCO di arancia, viene usato durante un digiuno più lungo, occorre fare estrema attenzione perché il succo di frutta potrebbe fare sciogliere i veleni troppo velocemente senza indurre un'evacuazione intestinale. Questo accade perchè muco e tutti i veleni si sciolgono troppo veloceménte e contemporaneamente, quando entrano nella circolazione disturbano eccessivamente tutti gli organi e possono essere eliminati soltanto con la circolazione sanguigna senza l'aiuto dei movimenti intestinali.

     

     

     

     

    RIPRESA ALIMENTARE

    Interruzione del digiuno
    Se il digiuno è durato più di 2-3 giorni la ripresa alimentare deve avere come minimo la stessa durata del digiuno intrapreso. Una cattiva ripresa alimentare pregiudica i risultati ottenuti e può avere effetti nefasti sulla salute.
    La ripresa va fatta lentamente per riabituare gradatamente l'organismo al cibo. La ri-alimentazione è la fase più delicata del digiuno ed è anche quella che viene più sottovalutata.
    Gandhi diceva che "anche gli sciocchi sanno digiunare ma che solo i saggi sanno ricominciare correttamente a mangiare dopo un digiuno". l'appetito ritorna velocemente e specialmente nei primi giorni questa fame deve essere ben gestita per non pregiudicare tutto il lavoro svolto.
    Nel corso del quinto, sesto e settimo giorno alcune funzioni fisiologiche subiscono trasformazioni notevoli: l'attività degli organi dell'apparato digerente, in particolare, e i processi metabolici, entrambi responsabili della trasformazione degli alimenti in energia, cambiano ritmo e non sono, quindi, immediatamente in grado di riprendere la loro normale attività, ma hanno bisogno di due giorni di riadattamento per prepararsi a svolgere le funzioni che competono loro. In caso contrario, potrebbero subire un vero e proprio shock che si manifesterebbe attraverso dolori allo stomaco, all'intestino, al fegato e alla cistifellea soprattutto, ma anche attraverso disturbi circolatori.

    Primo giorno dopo il digiuno
    Le abitudini acquisite durante la cura del digiuno non devono essere bruscamente modificate: non si carica ancora la sveglia (a meno che le circostanze esterne non lo impongano), ma ci si alza quando ci si desta spontaneamente e si inizia la giornata con gli esercizi di rilassamento che saranno ormai diventati un'abitudine acquisita. Ci si stira bene prima di fare 5-10 minuti di ginnastica e di dedicarsi alla solita accurata toilette.
    Durante la prima giornata dopo il digiuno vanno consumati i seguenti alimenti:
    • 3-4 cucchiai max. di miele,
    • 2 mele (cotte),
    • 2-3 tazze di brodo di verdura,
    • 1 fetta pane vollkorn tostato.
    A questi alimenti si devono aggiungere 5-6 bicchieri di acqua e 4-6 tazze di infuso d'erbe o di tè (senza zucchero); nel corso della giornata si assumeranno così complessivamente 1,5-1,8 litri di liquidi.

    Il primo giorno dopo il digiuno si può suddividere:
    • la mattina, appena svegli esercizi di rilassamento; 5-10 minuti di ginnastica
    dopo la toilette mattutina 1-2 bicchieri di acqua minerale e 1-2 tazze di infuso d'erbe o di tè con un po'di miele
    • meta' mattina - mele cotte; l tazza dl infuso d'erbe o di tè con un po' di miele; attività fisica all'aperto e altre attività del tempo libero previste per i giorni di digiuno, senza assunzione di lassativi.
    • a mezzogiorno 1-2 tazze di brodo di verdura leggero; 2 bicchieri di acqua;
    1-2 ore di riposo a letto con un panno caldo sul fegato;
    • metà pomeriggio 1 tè di infuso d'erbe con un po' di miele; attività fisica e attività del tempo libero come nella mattinata;
    • la sera (prima delle 19) 1 tazza di brodo di verdura; l tazza di infuso d'erbe con un po' di miele; 1-2 bicchieri di acqua;
    prima di coricarsi 1 tazza di infuso d'erbe che favoriscano il sonno; 5-10 minuti di ginnastica; toilette serale e igiene orale;
    • (prima di addormentarsi) riflessione sulla giornata, esercizi di rilassamento.

    Dal secondo giorno dopo il digiuno
    Chi normalmente si deve alzare a un'ora precisa, quindi al suono della sveglia, dovrà cominciare a riabituarsi e non aspettare di destarsi da sé.
    Dopo che durante la cura si è recuperato il sonno necessario, alzarsi sarà ora molto più facile.
    Anche in questo giorno - e in tutti quelli successivi - si deve mantenere l'abitudine di eseguire esercizi di rilassamento e di praticare 5-10 minuti di ginnastica.
    A tal fine la sveglia dovrà essere puntata almeno un quarto d'ora - o addirittura mezz'ora - prima per lasciare il tempo necessario a queste attività, oltre alla colazione e allo svuotamento dell'intestino. Non sarà difficile riprendere le vecchie abitudini interrotte, soprattutto se ci si corica mezz'ora prima.
    Ci si dedica poi a un'accurata pulizia del corpo e della bocca.
    Non è più necessaria una radicale pulizia dell'intestino, come nei giorni precedenti. In futuro non si prenderanno più lassativi, ma si favorirà l'attività dell'intestino con un'alimentazione ricca di fibre.

    PASTI: meno di 500 gr di frutta al giorno, tagliata in piccoli pezzi, masticata e insalivata a lungo.
    • ore 12
    frutta semiacida
    • ore 17
    frutta semiacida
    Dal quarto giorno: massimo 1 kg al giorno.
    • ore 12
    frutta semiacida
    • ore 16
    frutta semidolce
    • ore 19
    frutta semidolce
    Appresso Alimentazione fruttariana standard:
    • ore 12
    frutta semiacida o acida
    • ore 14
    frutta semidolce o semiacida
    • ore 16
    frutta semidolce
    • ore 18
    frutta dolce fresca
    • ore 20
    frutta dolce secca o grassa (e, se non se ne può fare a meno,..un piatto di verdura cotta)
    Si bevono poi 1-2 tazze di tè con un po' di miele o una tazza di caffè d'orzo con un po' di latte e 1 tazza di infuso d'erbe.
    Nei giorni appresso si possono inserire ortaggi freschi cotti, in seguito quelli crudi leggermente a vapore fino ad arrivare ad aggiungere gradatamente frutta e verdure crude.
    Se non si vogliono cambiare le abitudini alimentari precedenti, attenersi almeno ai dettami generali:
    • No grassi.
    • Carne bianca, pesce.
    • Pasta.
    • Verdura.
    • Frutta.
    Si farà ancora molta attività all'aria aperta per ossigenarsi bene.

    Classificazione della frutta
    Frutti acidi: ananas, arance, cedri, fragole, kiwi, limoni, mandaranci, mapo, mandarini, pompelmi
    Frutti semiacidi: amarene, lamponi, mangostin, marasche, mele (renette), melegrane, mirtilli neri, more, ribes nero, ribes rosso, uva spina, uva ursina (o mirtilli rossi).
    Frutti semidolci: albicocche, angurie, ciliege, durian, fichi d'India, fichi nostrani, pesche, pesche noci, manghi, mele, meloni, nespole, papaie, pere, rambutan, susine, uva.
    Frutti dolci: banane, celimonie anone, datteri, kiwi, uva (zibibbo, pizzutella).
    Frutta secca: fichi, uvetta, mele, pere, prugne, pesche, albicocche.
    Frutto grasso: avocado

    Per restare disintossicati
    Dopo il digiuno, si è disintossicati e tali si vuole restare. È possibile prolungare questo stato di benessere adottando abitudini sane e semplici:
    • Un'alimentazione sana, prevalentemente cruda (frutta, verdura, germogli);
    • Bere tutti i giorni almeno due litri di acqua (meglio se "viva" di fonte);
    • Un esercizio fisico stimolante e non violento (camminare tutti giorni, il più possibile);
    • Assenza di sovra-affaticamento;
    • Rinuncia a: tabacco, alcol, caffè, droghe, medicine;
    • Un riposo regolare tutte le notti;
    • Brevi digiuni disintossicanti in primavera ed autunno;
    • Una vita emotiva appagante.
    Se hai fiducia nella capacità del tuo corpo di curarsi, i sintomi spiacevoli che possono accompagnare questa guarigione, diventano più tollerabili e non sono più una sorgente di paura o dubbio. Infine, devi permettere al tuo corpo di eseguire il lavoro per ripristinare la salute al suo proprio ritmo. Il medico autentico è interiore, il corpo da solo è capace di eseguire tutte le funzioni curative necessarie. L'intelligenza cellulare che guida il corpo ha capacità infinite. Non devi avere nessun timore della sua saggezza o della sua capacità di ripristinare il più alto livello possibile di salute e benessere.

     

     

     

     

     

    M I M A - D I G I U N O

    COMPENDIO SUGLI ALIMENTI

    RESTRIZIONE CALORICA

    Il concetto di restrizione calorica significa appunto restringere, limitare l'assunzione di calorie. A livello pratico, sarebbe necessario alzarsi da tavola con ancora un po' di appetito (indicativamente con la pancia piena all'80% rispetto a quanto servirebbe per sentirsi sazi).
    E' stato ampiamente dimostrato come la restrizione calorica sia una delle pochissime e vere misure per allungare la vita e ridurre il rischio di malattie.
    Attenzione però, restrizione calorica non significa sottoalimentazione o denutrizione; si tratta semplicemente di effettuare scelte alimentari diverse, prediligendo gli alimenti a bassa densità calorica.
    Tale capacità è stata attribuita anche ai polifenoli, sostanze antiossidanti che in alcuni esperimenti hanno aumentato la longevità dei lieviti del 70%. Un potente polifenolo, chiamato resveratrolo, è contenuto nel vino rosso.
    L'invecchiamento del corpo umano è influenzato da numerose variabili, alcune delle quali dipendono strettamente dal nostro stile di vita.
    Ad esempio, tra i fattori su cui è possibile intervenire positivamente per rallentare l'invecchiamento rientrano la dieta, il livello di stress e di attività fisica, il benessere interiore (stato d'animo, autostima, gratificazioni professionali ecc.), le ore di riposo notturno e l'astensione dal fumo di sigaretta e dall'uso di droghe.

    Attualmente si ritiene che per l'uomo la massima aspettativa di vita sia di circa 120 anni. In base alla documentazione storica a disposizione, nessun uomo è mai vissuto più di 124 anni. Ma come ogni record che si rispetti, gli scienziati si attendono che tale limite venga presto abbattuto.

    Un famoso detto degli abitanti dell'isola giapponese di Okinawa è ''hara Hachi bu'', che significa letteralmente "pancia 80% piena". In base a tale massima viene consigliato di mangiare circa l'80% del cibo necessario per sentirsi sazi. Semplicemente, si tratta di alzarsi da tavola quando si ha ancora un po' di fame.
    Nonostante molti abitanti del Sol Levante fumino e conducano vite ricche di eventi stressanti, negli ultimi 5 anni il numero di Giapponesi che ha oltrepassato i 100 anni di età è raddoppiato. Si ritiene che tale boom sia dovuto al prezioso binomio tra la crescente assistenza sanitaria e uno stile alimentare tradizionalmente sobrio ed equilibrato.
    Chi vuole rimanere a lungo in salute, dovrebbe svolgere regolare esercizio fisico per almeno 30 minuti 4 volte alla settimana. In particolare la forma di movimento più adatta a questo scopo è l'attività aerobica, cioè una disciplina sportiva di resistenza svolta ad una frequenza cardiaca pari al 60-80% della frequenza massimale. Quest'ultimo dato si ottiene sottraendo a 220 la propria età. Per rimanere nel range di pulsazioni cardiache consigliate, è sufficiente mantenere un'intensità di lavoro moderato, che consenta di parlare senza troppo affanno.
    Oltre ad uscire dalla sedentarietà e migliorare le proprie abitudini alimentari, per contrastare l'invecchiamento è importante arricchire l'alimentazione con specifici supplementi dietetici. Il cibo che arriva nelle nostre tavole, a causa dei metodi di lavorazione industriale, è sempre più difficile che copra i fabbisogni di micronutrienti senza attingere al variopinto corredo di integratori dietetici.
    Dovremmo dunque riprogrammare la biochimica del nostro corpo, attraverso  supplementi dietetici e l'adozione di uno stile di vita più salutare, fatto di condotte e scelte alimentari consapevoli e razionali.

    DIETA VEGETARIANA

    Qui do informazioni di carattere generale, che a livello individuale necessitano la contestualizzazione e l'applicazione pesata da parte di un medico dietologo o di un nutrizionista.

    Vegetali
    Frutta e verdura, in virtù dell'elevato contenuto d'acqua, sono tra gli alimenti a minore densità calorica (cioè che apportano meno calorie a parità di peso consumato). Ideali per un regime di restrizione calorica, contengono inoltre importanti quantità di vitamine, sali minerali e antiossidanti.
    Alcuni consigli:
    • Preferire frutta e verdura fresche e di stagione: in genere garantiscono un maggior apporto di micronutrienti e antiossidanti;
    • Indicativamente, i vegetali molto colorati (mirtillo, uva nera, pomodorirossi, carote ecc.) sono anche quelli più ricchi di antiossidanti;
    • Preferire il consumo di frutta intera a frullati e centrifugati; questi ultimi sono indicati per chi non tollera elevate quantità di fibra nella dieta;
    • Per quanto riguarda la frutta, preferire quella non zuccherina; i frutti più ricchi di zucchero (banane, cachi maturi, uva ecc.) sono maggiormente indicati nell'alimentazione dello sportivo o di chi pratica lavori fisicamente impegnativi;
    • Dal punto di vista pratico, consumare 2 porzioni di verdura di stagione al giorno e due porzioni di frutta fresca di stagione al giorno;
    • Sarebbe preferibile consumare circa il 50% della verdura a crudo (senza cottura);
    • Evitare o limitare drasticamente il consumo della frutta fresca conservata (candita, sciroppata, disidratata, marmellate, confetture, puree di frutta), dei succhi di frutta industriali e dei prodotti analoghi (soft drink, bevande gassata e zuccherate a base di succo di frutta ecc.);
    • Se si soffre di intestino irritabile, aumentare con gradualità l'apporto di vegetali e consumare la frutta preferibilmente da sola e lontano dai pasti; ciò dovrebbe garantire una migliore tollerabilità intestinale.

    Cereali
    Pilastro dell'alimentazione mediterranea, i cereali sono un alimento abbastanza controverso. Infatti, in virtù dell'alta densità energetica e del basso apporto di micronutrienti, una dieta ricca di cereali e derivati raffinati predispone al sovrappeso, all'obesità e alle patologie correlate. E' quindi necessario definire alcune regole per contestualizzare al meglio questi alimenti:
    • Consumare cereali integrali in circa il 50% dei pasti; ad esempio se a colazione si consuma del pane integrale, a pranzo è possibile consumare del riso bianco o viceversa;
    • Rivalutare cereali e pseudocereali ormai poco consumati (avena, orzo, farro, quinoa, miglio, sorgo, amaranto ecc.) alternandoli con quelli classici (riso perlato, frumento).
    • Drastica riduzione dei cereali e dei derivati raffinati rispetto alle abitudini alimentari medie occidentali; per derivati raffinati si intendono sostanzialmente le farine bianche e i prodotti che le contengono in alta percentuale (dolci, focacce, pizze, pasta tradizionale ecc.)
    Queste raccomandazioni, come quelle viste per frutta e verdura, sono tanto più valide quanto minore è il dispendio calorico quotidiano.
    Va quindi posta maggiore attenzione da parte delle persone con uno stile di vita sedentario, mentre gli sportivi e i lavoratori impegnati in mansioni pesanti possono dare maggior spazio ai cereali raffinati.

    Proteine Vegetali
    prima di parlare di proteine vegetali ripassiamo alcuni concetti molto importanti per stabilire la qualità di una fonte proteica:
    • VALORE BIOLOGICO: rappresenta la quantità di azoto effettivamente assorbito ed utilizzato al netto delle perdite urinarie e fecali. La proteina di riferimento è quella dell'uovo che presenta un VB pari al 100%
    • RAPPORTO DI EFFICIENZA PROTEICA (PER) : indica l'aumento di peso in grammi per ogni grammo di proteina ingerita (3,1 per il latte; 2,1 per la soia)
    • DIGERIBILITÀ (D): rapporto tra azoto ingerito ed assorbito (in ordine decrescente grano, latte e soia)
    • AMINOACIDI ESSENZIALI: Il termine essenziali sta ad indicare l'incapacità dell'organismo di sintetizzare questi aminoacidi a partire da altri aminoacidi tramite trasformazioni biochimiche. Gli aminoacidi coinvolti nella sintesi proteica sono 20 e tra questi 20 otto sono essenziali [ leucina, isoleucina e valina (BCAA), lisina, metionina, treonina, fenilalanina, triptofano] durante l'accrescimento altri due aminoacidi, l'arginina l'istidina diventano essenziali.
    • INDICE CHIMICO è dato dal rapporto tra la quantità di un dato aminoacido in un grammo della proteina in esame e la quantità dello stesso aminoacido in un grammo della proteina di riferimento biologica (dell'uovo). Più è alto questo indice e maggiore sarà la percentuale di aminoacidi essenziali.
    • AMINOACIDO LIMITANTE: rappresenta quell'amminoacido essenziale presente nella concentrazione più bassa rispetto al fabbisogno, tale carenza impedisce ottimale utilizzo degli altri amminoacidi per la sintesi proteica.
    In generale la qualità proteica degli alimenti di origine animale è superiore poiché contengono tutti i vari amminoacidi essenziali nelle
    L'inferiore qualità delle proteine vegetali è invece dovuta ad una carenza di uno o più amminoacidi essenziali. Tale amminoacido, come abbiamo visto viene chiamato aminoacido limitante.
    I cereali sono per esempio carenti di triptofano e lisina, un amminoacido essenziale la cui carenza può portare ad un deficit di vitamina B3 (niacina).
    I legumi, molto ricchi di proteine di discreta qualità, sono invece carenti di aminoacidi solforati (metionina e cisteina) importanti per la crescita di peli, capelli e unghie e per la sintesi di glutatione, un potente antiossidante in grado di proteggere le nostre cellule dallo stress ossidativo (radicali liberi)
    Tuttavia, abbinando correttamente tra loro differenti proteine vegetali si può compensare la carenza dei vari aminoacidi limitanti. Si parla in questo caso di mutua integrazione (o complementazione proteica).
    Pasta e legumi rappresenta un esempio di un eccellente abbinamento poiché gli aminoacidi di cui è carente la pasta vengono forniti dai fagioli e viceversa.

    Amminoacidi essenziali e loro fonti di origine vegetale
    Amminoacido Origine vegetale
    Fenilalanina Germe di grano
    Isoleucina Scarse fonti disponibili
    Istidina Germe di grano
    Leucina Germe di grano
    Lisina Legumi vari
    Metionina Semi in genere, semi di girasole, frutta a guscio
    Treonina Legumi, solo marginalmente cereali
    Triptofano Mandorle, scarso in legumi e cereali
    Valina Germe di grano


    Associazioni Proteiche

    Alimenti vegetali Aminoacido limitante Alimento complementare esempio di combinazione
    Frumento Lisina, Treonina Legumi Pasta e Fagioli
    Soia Metionina Frutta secca & semi Riso e Piselli
    Mais Lisina, Triptofano Legumi Tortillas e fagioli
    Verdura Metionina Frutta secca & semi Insalata e noci

    In ogni caso occorre precisare che tutti i concetti espressi finora vanno interpretati con razionalità:
    • Se è vero che le proteine vegetali sono carenti di alcuni amminoacidi non significa che queste non siano sufficienti a coprire il fabbisogno proteico dell'organismo.
    • Se è vero che gli aminoacidi limitanti impediscono l'ottimale utilizzo degli altri amminoacidi per la sintesi proteica non significa che in questi casi la sintesi proteica venga pesantemente compromessa.
    • Se è vero che la mancata combinazione di proteine vegetali può causare a lungo andare delle deficienze proteiche, questo discorso non è valido a breve termine. Se per esempio dissocio in due pasti separati cereali e legumi, l'organismo è perfettamente in grado di regolare la sintesi proteica implementando gli aminoacidi limitanti con quelli presenti nelle riserve endogene. Se invece viene consumato per lunghi periodi di tempo un solo tipo di proteine vegetali (ad esempio solo cereali) le scorte di aminoacidi liberi vengono "esaurite" e si va inevitabilmente incontro ad una carenza proteica (bilancio azotato negativo).
    Pertanto non vi sono particolari controindicazioni nel consumare in prevalenza alimenti di origine vegetale così come succede durante il periodo estivo. E' tuttavia importante che la dieta preveda il consumo di una vasta classe di alimenti di origine vegetale (frutta secca, ortaggi, legumi ecc.) ma anche di qualche alimento animale (uova, latte, carni ecc.). Infatti una dieta esclusivamente vegetariana anche se sufficiente dal punto di vista proteico potrebbe risultare carente di vitamine (B12) e minerali come iodio, ferro e calcio, e acidi grassi essenziali.

    Carne, Pesce, Latticini e Prodotti Industriali

    Le zone del mondo in cui si vive più a lungo (es. Cilento per la dieta mediterranea, isola di Okinawa per la restrizione calorica), sono perlopiù di regioni costiere e/o che vivono dei prodotti del territorio.
    In queste zone rurali l'alimentazione si basa su verdure e legumi dell’orto, frutta degli alberi locali, pesce ed eventualmente latticini e vino; sicuramente il consumo di carne è sempre limitato o molto ridotto.
    Di conseguenza, nella dieta è importante:
    • Preferire i cosiddetti prodotti a chilometri zero, accertandosi comunque (soprattutto in caso di carne, formaggi e pesce) della sicurezza sanitaria dei prodotti acquistati;
    • Preferire prodotti di stagione (non solo per la frutta e la verdura, ma anche per quanto riguarda il pesce);
    • Evitare il consumo di alimenti industriali, limitandoli tanto più quanto maggiore è il livello di conservazione (molto meglio la carne fresca rispetto ai salumi o alla carne in scatola, molto meglio il salmone fresco rispetto a quello affumicato, molto meglio il pomodoro fresco rispetto alle conserve in scatola ecc.);
    • Preferire le carni magre (petto di pollo o tacchino, tagli magri di manzo e maiale, cavallo ecc.) rispetto alle carni grasse;
    • Evitare il consumo di salumi, carni o pesce affumicati o altrimenti conservati. Anche il prosciutto crudo sgrassato, il petto di tacchino in vaschetta o la bresaola, pur essendo poveri di grassi saturi andrebbero consumati con moderazione in quanto ricchi di sodio (sale) e conservanti potenzialmente nocivi (come nitriti e nitrati).
    • Dal punto di vita pratico:
    o consumare carne NON più di una volta al giorno, preferendo comunque le carni bianche e, in seconda istanza, quelle rosse magre;
    o consumare pesce in almeno due o tre pasti settimanali, evitando di ricorrere sistematicamente al consumo di pesci di grossa taglia (come il tonno, la ventresca o il pesce spada); il pesce azzurro nostrano, in tal senso, rappresenta un'ottima alternativa, che si giova anche di un costo contenuto. Quando possibile preferire il pesce selvatico rispetto a quello di allevamento
    o come alternativa alla carne, consumare fonti proteiche alternative (uova, legumi, derivati della soia come tofu o tempeh, e formaggi leggeri come il cottage o la ricotta).
    o assumere regolarmente un alimento fermentato, come lo yogurt(vaccino o di soia), il kefir o il tempeh, alimenti che hanno un ruolo benefico sulla flora batterica intestinale, con ripercussioni positive a livello digestivo, metabolico e immunitario.

    Proteine del pesce
    Le proteine del pesce hanno un alto valore biologico (VB=78), un punteggio prossimo a quello massimo, tipico delle proteine umane o dell'uovo.  poiché contengono una mappatura degli amminoacidi essenziali molto simile a quella delle proteine umane.
    Le proteine del pesce risultano più DIGERIBILI. Tra i peptidi contenuti nelle carni delle specie ittiche scarseggiano quelli sarcoplasmatici, in particolare le proteine globulari (come la globulina), e quelle del tessuto connettivo (fibre collagene, fibre reticolari e fibre elastiche). Quest'ultimo gruppo di proteine, che nella carne terrestre mantengono la compattezza anche previa cottura dell'alimento, è responsabile del prolungamento della permanenza gastrica e per questo riduce la digeribilità dell'alimento; le proteine del pesce invece, che ne contengono poche, risultano molto più digeribili rispetto a quelle della carne.

    La Carne Rossa
    Una frequenza di due o tre porzioni di carne la settimana non sembra contribuire alla patogenesi di alcuna malattia, fermo restando che l'intero regime dietetico sia equilibrato ed i metodi di cottura idonei.
    I pericoli, dovuti all'eccesso di carne rossa nella dieta, sono  proporzionali all'abuso del suo consumo.

    Malattie Cardiovascolari:
    Le carni rosse sono di bue, vacca, toro, pecora, cavallo, montone, bufalo e maiale adulto.
    La percentuale di grassi saturi varia non solo in base alla specie animale, ma  soprattutto in base al taglio di carne.
    La carne rossa contiene lipidi saturi ed apporta quantità importanti (a seconda del taglio e della porzione) di colesterolo esogeno. Pertanto, il primo pericolo al quale fa riferimento l'abuso della carne rossa è l'alterazione della lipidemia.
    Un introito eccessivo di colesterolo alimentare e di acidi grassi saturi può causare (soprattutto in soggetti sedentari e predisposti) un innalzamento del colesterolo totale e soprattutto delle lipoproteine LDL. Ne deriva un aumento del rischio cardio-vascolare imputabile alla formazione di placche aterosclerotiche che finiscono per occludere i vasi sanguigni.

    Affatticamento Renale:
    L'aumento dell'apporto amminoacidico derivante dalle proteine animali determina anche l'incremento dei livelli di azotemia, in quanto gli amminoacidi che non vengono impiegati nei processi anabolici costituiscono un substrato di trasformazione neoglucogenetica e liposintetica.
    Ciò avviene negli epatociti (cellule del fegato) previa deaminazione (privazione del gruppo amminico) dei gruppi azotati dallo scheletro carbonioso. I cataboliti, che sono costituiti prevalentemente da ammonio, per essere espulsi con le urine necessitano un'ultima conversione in urea.
    L'eccesso proteico della dieta favorisce l'accumulo di urea determinando un affaticamento renale continuo e persistente. In base a molti studi, questa condizione potrebbe indurre disturbi anche gravi come la nefrite cronica.


    Osteoporosi:
    Da ogni porzione di carne rossa (200-300g) derivano circa 40-60g di proteine animali. L'abuso di proteine animali comporta un rischio piuttosto importante di sviluppare una riduzione dell'efficienza metabolica del calcio. Pertanto, se introdotte in eccesso, le proteine animali potrebbero favorire l'insorgenza di una patologia ossea definita osteoporosi. Tuttavia non tutti gli autori sono concordi nel ritenere la dieta iperproteica un fattore di rischio per l'osteoporosi, poiché la stessa oltre ad aumentare l'escrezione urinaria di calcio, esplica un effetto positivo sul suo assorbimento intestinale; inoltre parrebbe stimolare la secrezione di ormoni osteo-anabolici, come l'IGF-1. In ogni caso, l'ipercalciuria associata alle diete iperproteiche può essere efficacemente compensata dalla contemporanea e generosa assunzione di alimenti alcalinizzanti (frutta e verdure fresche).

    Gotta:
    Come se non bastasse, la carne rossa è uno degli alimenti che apporta il maggior quantitativo di purine; queste derivano dal catabolismo digestivo degli acidi nucleici, che in seguito alla metabolizzazione favoriscono l'iperuricemia. In parole povere, tra i pericoli derivanti dall'eccesso di cane rossa è presente anche il rischio di iperuricemia (gotta) e delle relative complicanze osteo-articolari (sedimento e precipitazione dei cristalli) e renali (calcolosi).

    Gastrite e Reflusso:
    La digestione della carne rossa impegna notevolmente lo stomaco che secerne grosse quantità di acido cloridrico (HCl). L'abbassamento del pH è fondamentale per la corretta denaturazione proteica e per l'attivazione del pepsinogeno in pepsina; tuttavia, un grosso contenuto proteico determina il rallentamento dei tempi di percorrenza del chimo, a causa della lunga permanenza nel tratto gastrico. Nei soggetti che abusano di carne rossa, soprattutto cotta in maniera prolungata ed in orari serali, l'acidosi gastrica e duodenale incrementa il rischio di incidenza di gastriti, ulcere e cancro dello stomaco.
    Per lo stesso motivo, nei soggetti predisposti o affetti da incontinenza dello sfintere gastro-esofageo inferiore, si osserva un aumento dell'incidenza di reflusso gastrico che, nel lungo termine, determina esofagite, esofago di Barrett e verosimilmente cancro esofageo.

    Carne Rossa e Tumori:
    Indipendentemente dall'ammontare proteico, l'eccessivo consumo di carne rossa favorisce anche l'incremento indiretto di alcuni pericoli inerenti l'incidenza neoplastica (tumorale) dello stomaco e dell'intestino.
    I residui dei nitriti impiegati nell'agricoltura e di quelli aggiunti a scopo conservante nelle carni trasformate si combinano con le ammine alimentari formando nitrosammine. Il consumo elevato e frequente di insaccati contenenti nitrati e nitriti determina l'innalzamento della combinazione in nitrosammine, che possiedono un elevatissimo potere cancerogenico a livello dello stomaco.

    • Anzitutto la relazione è stata epidemiologicamente accertata "solo" per il tumore del colon retto, che in Italia rappresenta circa il 13-14% di tutti i casi registrati di tumore, posizionandosi al terzo posto per incidenza nell'uomo e al secondo posto nella donna.
    • Un legame meno certo è invece stato individuato con il tumore allo stomaco, che in Italia rappresenta circa il 5% di tutti i casi registrati di tumore.
    Quindi si tratta di una relazione che NON RIGUARDA TUTTI I TIPI DI TUMORE, MA SOLTANTO IL CANCRO AL COLON-RETTO e probabilmente il cancro allo stomaco.

    La qualità della carne in questione è riconosciuta:
    • le carni LAVORATE, ovvero quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione.
    Non parliamo quindi di carni fresche, ma di carni conservate (per intenderci salumi, specie se affumicati, carni in scatola e salse a base di carne).

    • La relazione tra carne e tumore al colon non è certa per la classica fiorentina "alla brace" e per le altri carni rosse fresche, ma SOLTANTO per SALUMI, WURSTEL, CARNI AFFUMICATE e in genere conservate.
    Nulla di nuovo quindi, dato che da anni è nota la pericolosità dei conservanti usati nelle carni lavorate (in particolare i nitrati e ancor più i nitriti).

    • Riguardo alle CARNI ROSSE FRERSCHE (manzo, agnello e maiale), lo studio le classifica come "probabilmente cancerogene" per il colon retto, la prostata e lo stomaco, ma, per esempio, il rischio oncogeno è significativo per chi consuma 200 grammi di salsicce di maiale al giorno, mentre non lo è per chi consuma analoghe quantità di filetto di manzo.
    Ricordo che la modalità di cottura ad alte temperature genera sostanze tossiche e cancerogene.
    La carne fresca magra non sembra essere cancerogena con una sobria cottura; bisognerebbe evitare di bruciare parti dell'alimento, rinunciando alle classiche "strisce nere" lasciate dalla brace e dalla bistecchiera.

    Oli vegetali, zucchero, sale e alcolici

    Gli oli vegetali sono tra gli alimenti a maggiore densità calorica ed è quindi chiaro che il loro consumo andrebbe effettuato con estrema moderazione. Inoltre, sarebbe importante:
    • Preferire il consumo a crudo, evitando l'impiego in cottura (specie se questa avviene ad alte temperature o periodi prolungati);
    • Preferire l'olio extravergine di oliva (evitando i prodotti più economici), alternandolo con oli ad alto contenuto di omega-3 (come l'olio di canapa).
    • Eliminare o limitare drasticamente i grassi animali, come lardo, strutto e burro.
    • In alternativa all'olio di oliva è consigliabile condire l'insalata con semi e frutta secca oleosa ( noci, semi di zucca, semi di lino, semi di chia ecc.)

    Per quanto riguarda il sale, la quantità di sodio naturalmente contenuta negli alimenti rende superflua (dal punto di vista nutrizionale) l'aggiunta di sale alle pietanze. Di conseguenza, considerato anche il ruolo del sale da cucina nell'innalzamento dei valori pressori, è importante:
    • ridurre al minimo la quantità di sale aggiunto agli alimenti; per abituare il palato, tale riduzione andrebbe effettuata con gradualità, sostituendo il sale con delle spezie; alcune di queste (come ad esempio la curcuma, la paprika e l'aglio), sono una fonte generosa di principi attivi consideranti utili (grazie alle loro attività antinfiammatorie, antiossidanti, ipotensive ecc.)

    Lo zucchero bianco da cucina è il tipico alimento a calorie vuote (apporta molta energia senza fornire nutrienti importanti come vitamine, sali minerali, acidi grassi essenziali ecc.), Di conseguenza:
    • il consumo di zucchero andrebbe limitato al massimo, sia per quanto riguarda l'assunzione diretta che quella indiretta (attraverso, cioè, alimenti ricchi di zuccheri come dolci, dessert, marmellate, bibite zuccherate e analoghe);
    • Qualche biscotto a colazione, un cucchiaio di marmellata e qualche saltuario peccato di gola, unitamente agli irrinunciabili zuccheri della frutta, superano facilmente l'apporto di zuccheri semplici consigliato per una sana alimentazione;
    • I dolcificanti naturali alternativi allo zucchero (sciroppo d'acero, sciroppo d'agave, miele ecc.) vanno comunque consumati con estrema moderazione e in alternativa (non in aggiunta!) allo zucchero bianco;
    • L'uso di dolcificanti artificiali (aspartame, saccarina ecc.) rimane comunque controverso; meglio farne un uso limitato.

    Il vino, soprattutto quello rosso, contribuirebbe a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete mellito e sindrome metabolica; tale effetto sarebbe da attribuire sia all'alcool in sé che ad alcune sostanze antiossidanti (resveratrolo, antociani ecc.) contenute soprattutto nella buccia dell'uva rossa.
    Per ottenere questi presunti benefici è fondamentale che il consumo di vino risulti moderato (non più di un bicchiere al giorno per le donne, non più di due bicchieri per gli uomini); un consumo maggiore, infatti, si associa ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari ed epatiche.

     

     

     

     

    DIETA  MIMA - DIGIUNO

    La dieta mima-digiuno non è un vero e proprio DIGIUNO, ma si basa sull'eliminazione dei cibi che stimolano la produzione di insulina e dell'ormone della crescita, prediligendo un basso apporto calorico.
    Il rilascio di ormone della crescita è regolato anche dalla quantità di proteine alimentari.
    Incrementando l'introito di proteine animali si può assistere a un aumento dei livelli di ormone somatotropo.
    Applicando la dieta mima-digiuno si verifica una maggior “purificazione” della popolazione cellulare (intesa come produzione di cellule nuove ed eliminazione di quelle danneggiate).

    Adottare periodicamente la dieta mima-digiuno aiuta a “resettare il corpo” annullando gli effetti negativi dell'ormone della crescita presente in eccesso.
    Digiunando per brevi periodi, invece di soffrire, il corpo diventa più forte eliminando le principali fonti di malattia.
    La Dieta Mima-Digiuno consente di nutrirsi mantenendo gli stessi effetti del digiuno a solo acqua:
    • Protezione e ringiovanimento delle cellule.
    • Eliminazione e sostituzione delle cellule danneggiate.
    Gli effetti riguarderebbero tutti i tessuti e i sistemi: immunitario, muscolare, epatico, nervoso ecc.


    Regole
    1. Nella dieta ordinaria, consumare prevalentemente proteine di origine vegetale a discapito di quelle animali provenienti dalla carne e dai formaggi, perché queste attiverebbero i geni promotori della crescita, dell'invecchiamento e talvolta della degenerazione (fino al cancro).
    NB. Le proteine del pesce non sembrano essere altrettanto nocive, statisticamente il consumo del pesce non è frequentemente associato all'insorgenza di patologie croniche e tumori.

    2. Verificare di essere idonei alla dieta mima digiuno: la dieta mima digiuno esercita una serie di effetti abbastanza radicali (riduzione ed espansione dei tessuti e degli organi, ad esempio il fegato e i muscoli).
    Non tutti sono in grado di tollerarla e per certi individui può risultare pericolosa. E' assolutamente sconsigliata ai diabetici insulinodipendenti, a qualunque malato privo di consenso del medico, ai malati di anoressia, a chi è in sottopeso, ai soggetti in accrescimento; la fascia d'età più idonea è tra i 20 e i 70 anni. Prima di iniziare bisogna valutare:
    o Peso e indice di Massa Corporea.
    o Pressione sanguigna.
    o Temperatura corporea.
    o Glicemia.
    o Lipemia.
    o Ematocrito.
    o Sideremia ecc.

    3. Periodicamente (da 30 giorni a 4 mesi, in base al soggetto), seguire 5 giorni di alimentazione programmata, ma solo sotto stretto controllo medico.
    In base alle informazioni sugli alimenti già forniti:

    Mangiare:
    Tanta verdura, poche proteine e qualche grasso buono.
    olio extravergine d’oliva, cereali integrali, legumi e ortaggi.
    Per gli snack, via libera al tè, alle barrette ai cereali e alla frutta, ma solo se secca.

    Alimenti vietati
    Quelli di origine animale (tranne il pesce con poco mercurio) e lo zucchero (anche quello della frutta).

    Lo schema della dieta mima-digiuno
    La dieta mima digiuno segue uno schema ben preciso che si sviluppa in 5 giorni di restrizione calorica e a basso contenuto proteico.
    Il primo giorno, la dieta mima digiuno prevede l'assunzione di circa 1000 calorie, divise tra 34% di carboidrati, 56% di grassi e 10% di proteine.
    Nei 4 giorni successivi, le calorie scendono a 750: 47% carboidrati, 44% grassi e 9% proteine.
    Questo schema alimentare non è un vero e proprio digiuno, ma una riduzione drastica delle calorie e degli alimenti che agiscono sui livelli di insulina, come quelli altamente proteici.
    Piuttosto che un controllo ossessivo delle calorie, meglio concentrarsi sul numero dei pasti che dovrebbe essere ridotto a 2 al giorno.

    Dieta mima digiuno:
    Giorno 1
    Colazione: Tè verde e una barretta ai cereali senza zucchero
    Snack: Una manciata di noci mescolate all'uvetta
    Cena: 150 grammi di cereali integrali e 300 grammi di legumi cotti

    Giorno 2 - 5: esempio di menù
    Colazione: Nocciole, uvetta e tè verde
    Snack: Una barretta ai cereali senza zucchero
    Cena: 100 grammi di pesce accompagnati da un'insalata condita con olio extravergine oppure verdure a piacere cotte al forno e servite con un piatto di fagioli stufati
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    La dieta mima digiuno non è indicata in gravidanza, in allattamento, per i bambini e i soggetti a rischio di anoressia nervosa. Consulta il tuo medico prima di iniziare la dieta mima-digiuno e accertati di poterla seguire senza che la tua salute ne sia intaccata.


    Promemoria
    Noi siamo cio' che mangiamo, quindi se vuoi rimanere sano ricorda l'Importanza di cibarti con cibi che guariscono.

     













    25.12.2016