Agricoltura Moderna

Agricoltura organica

Agricoltura Organica e Rigenerativa

Fertilità del terreno 1

Fertilità del terreno 2

Alternativa al Diserbo

 

 

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25.12.2016


E&#8217; certo che oggi l&#8217;agricoltura opera in un mutato scenario socio-economico-politico, ed è profondamente dominata da questo mutamento; i fattori critici, più immediatamente percepiti dagli imprenditori, sono i prezzi, la PAC, le relazioni commerciali, la disponibilità di fattori produttivi e di tecnologie. <br> I prezzi sono sempre più mutevoli e stagnanti per effetto della globalizzazione, dell&#8217;evoluzione dei consumi, della forte concorrenza di vecchi e nuovi paesi esportatori (India, Cina, Ucraina, Argentina, ecc.) e della minore protezione pubblica dei mercati, anche in conseguenza degli accordi in sede WTO. <br> E&#8217; cambiata (e cambierà ancora) la PAC per esigenze politiche, sociali ed economiche: la riforma Fischler è stata la più grande riforma dalla istituzione della PAC, è entrata in vigore nel 2005, si sta completando nel 2006 con il disaccoppiamento dei settori latte, olio di oliva, tabacco e zucchero, ma è già stata preannunciata una sua revisione nel 2008. <br> Le relazioni commerciali all&#8217;interno delle filiere sono fortemente mutate per effetto delle nuove abitudini alimentari, che hanno provocato una sempre maggiore preferenza per i prodotti trasformati e ad alto contenuto di servizio; la complessità e l&#8217;evoluzione dei sistemi distributivi, l&#8217;affermazione della GDO, in particolare la concentrazione della distribuzione in poche imprese hanno ridotto i margini della componente agricola nella catena del valore. <br> Le disponibilità dei fattori produttivi mutano per effetto del progresso tecnico e di nuove relazioni sociali (drammatico, ad esempio, il problema della scarsa disponibilità di manodopera in agricoltura) che limitano lo sviluppo di alcuni settori come quello ortofrutticolo e zootecnico. <br> Queste constatazioni, in particolare il mutamento dello scenario ed il condizionamento dell&#8217;agricoltura, possono risultare banali, ma è proprio qui si innesca la prima difficoltà dell&#8217;agricoltura italiana. <br> La maggior parte degli agricoltori non ha preso pienamente coscienza di questa situazione o non riesce a comprenderne i termini, né a trovare soluzioni. Ciò è dovuto, in primo luogo, alla carenza di consapevolezza da parte degli agricoltori, a parte rare eccezioni, frutto di un grave deficit imprenditoriale che si è sedimentato nel tempo, per effetto di decenni di forte protezionismo della PAC e di un deleterio rapporto agricoltura-politica. <br> Di fronte a tale situazione, il punto di partenza per affrontare la crisi, affinché l&#8217;agricoltore possa intraprendere un nuovo percorso imprenditoriale che guarda al futuro, è un&#8217;adeguata consapevolezza dello scenario socio-economico-politico in cui opera l&#8217;agricoltura.<br> <br> Quale agricoltura per il futuro?<br> Quale agricoltura avremo nel futuro? Non ci sarà un modello unico, ma la prospettiva si presenta complessa. Per descrivere la varietà dello scenario futuro, è utile rifarsi ad un lavoro di Sotte e Guihéneuf2, in cui si ipotizzavano quattro scenari:<br> <br> l&#8217;adattamento al protezionismo dell&#8217;UE;<br> l&#8217;ordine agroindustriale;<br> la qualità di origine;<br> l&#8217;agricoltura di servizio.<br> Lo scenario dei mercati europei protetti è basato sull&#8217;affermazione del diritto dei popoli alla propria sicurezza alimentare, con pagamenti diretti compatibili con il WTO (scatola verde: ambiente, ma anche salute e garanzia approvvigionamento alimentare), produzioni contingentate, un esteso sistema di quote, set-aside e penalizzazioni degli eccessi di offerta ed eco-condizionalità (protocolli delle &#8220;buone pratiche agricole&#8221;, cross-compliance, modulazione). <br> Lo scenario dell&#8217;ordine agroindustriale, in cui la grande industria e la grande distribuzione pilotano l&#8217;agricoltura, richiede produzioni standard e tecnologie orientate ad abbassare i costi unitari e la qualità guidata dall&#8217;ingegnerizzazione produttiva (nutriceutici, OGM), mercati liberalizzati ed aperti, eliminazione delle barriere tariffarie e non tariffarie, competizione fondata sui prezzi di mercato (mondiale); quindi un ruolo subalterno dell&#8217;agricoltura, con la politica agraria che si limita ad azioni dirette alla tutela delle common goods. <br> Lo scenario della qualità di origine, in cui si impongono le denominazioni di origine, a fronte di una richiesta dei consumatori che cercano alimenti sani e genuini. La qualità si identifica anche per altre funzioni (cultura, tradizione, paesaggio) e come bene pubblico (tracciabilità e certificazione). Tra gli agricoltori emerge un nuovo progetto collettivo, una nuova alleanza con i consumatori. L&#8217;azione pubblica cambia natura con una maggiore responsabilizzazione delle istituzioni locali, con una forte accentuazione della tutela delle denominazioni d&#8217;origine da parte dell&#8217;UE e degli Stati membri e con il riconoscimento internazionale degli identificativi di origine. <br> Lo scenario dell&#8217;agricoltura di servizio prevede che la multifunzionalità si imponga e si affermi il &#8220;modello di agricoltura europea&#8221;, basato sul &#8220;rinascimento rurale&#8221;. La PAC cede il passo ad una diffusa politica di sviluppo rurale, fortemente integrata con le altre politiche settoriali (industriale, servizi, sanitaria). L&#8217;azione pubblica si decentra con piani di sviluppo rurale, quali strumenti generali di governo territoriale. Un ruolo fondamentale rivestono la sussidiarietà, la partnership e la valutazione. <br> La rappresentazione dei quattro scenari è molto stimolante e ci invita a riflettere sulla loro verificabilità effettiva. In realtà ci si rende conto che tutti gli scenari si potranno in parte verificare o che nessuno scenario è perfettamente attendibile. La realtà è complessa per cui si avrà, con molta probabilità, un mix dei quattro scenari: un po&#8217; di agricoltura protetta (non si potrà eliminare completamente il protezionismo), un po&#8217; di agricoltura dipendente dall&#8217;industria e dalla distribuzione (non si arresterà l&#8217;ingegnerizzazione dell&#8217;alimentazione e la multinazionalizzazione delle imprese agroalimentari), un po&#8217; di agricoltura legata all&#8217;origine (si continuerà a puntare sul made in Italy e sulle denominazioni di origine), un po&#8217; di agricoltura di servizio (sarà potenziato il ruolo dell&#8217;agricoltura a protezione dell&#8217;ambiente).