Il patrimonio culturale ereditato dal passato ci offre la possibilità di riscoprire
tecnologie, tecniche e accorgimenti ignorati dalle trattazioni moderne, ma che in
ambienti storici, nel nostro caso veneziani, risultano fondamentali per conservare
ed esaltare le peculiarità tecnologiche ed estetiche dei beni culturali ed architettonici.
L’intento di recuperare e mantenere viva la tradizione e l’arte dello stuccoforte
veneziano o marmorino ci ha portato a svolgere la nostra attività, sia nella decorazione
di interni, che nel rivestimento plastico di esterni, utilizzando lo stucco, una
miscela variabile di calce aerea e polveri di marmo, che nelle mani dello stuccatore
prende forma per diventare una superficie levigata simile al marmo. Quest’intonaco
è un rivestimento con origini antichissime, conosciuto sicuramente nel mondo greco
orientale e in quello dell’antica Roma: ad esso si riferiscono già i primi trattatisti,
Vitruvio e Plinio, quando parlano di “albarium opus”, cioè stucco, intonaco bianco.
Il marmorino è stato utilizzato nella realizzazione di grottesche, capitelli, paraste,
festoni e figure quasi a tutto tondo e nel rivestimento di interni e facciate esterne,
sia per la sua capacità di adeguarsi ad ogni tipo di linguaggio e stile, sia per
la sua qualità di resistenza all'aggressione delle intemperie. Nel corso dei secoli,
gli stuccatori formarono il volto di Venezia, imprimendo quel tono bianco-rosato
che ancor oggi si conserva così forte nell'edilizia antica lagunare. L’opera dello
stuccatore riempie ogni ambiente e lo stucco diventa elegante abbellimento e imitazione
di superfici più nobili, pur essendo un materiale economico. Nel Novecento però,
la figura dello stuccatore viene progressivamente ridimensionata e si perde nel
ricambio generazionale: oggi spesso tutto si riduce alla realizzazione di superfici
e intonaci predisposti per essere eseguiti da operatori non specializzati, utilizzando
materiali di produzione industriale con gli stessi nomi di quelli della tradizione
artigianale.
La nostra esperienza invece dimostra come sia ancora presente il desiderio da parte
di committenti, soprattutto privati, ispirato ai grandi esempi di decorazione veneziana,
di realizzare all'interno di ambienti ormai scevri da qualsiasi peculiarità originale,
rivestimenti e apparati decorativi che valorizzino le loro residenze, creando superfici
sia classiche che moderne. Lo stucco o marmorino, incamera in sé l’eleganza delle
forme e la funzionalità necessarie a soddisfare anche le nuove esigenze dello stile
di vita moderno, in ambienti che vengono studiati nel rispetto delle qualità biodinamiche
delle strutture, del benessere e della salute dell’uomo.
A causa della complessità di queste lavorazioni, non è semplice descrivere brevemente
la realizzazione di un apparato decorativo in stucco. Per un apparato classico,
di solito si comincia con la preparazione di bozzetti, campionature di forme e di
colore, modelli in scala per creare un progetto armonico che coniughi i desideri
e le aspirazioni della committenza con le dimensioni e la composizione delle superfici
dell’ambiente esistente. Poi in cantiere, stabilite le miscele degli impasti grazie
a prove e campionature, si stende sulla muratura il primo strato chiamato rinzaffo,
a base di calce e inerti a grana grossa, che ha la peculiarità di far presa anche
in presenza di forte umidità garantendo la traspirabilità necessaria in luoghi umidi;
di seguito sono applicati alcuni strati di arriccio ottenendo uno spessore ruvido,
ma spianato, per il successivo strato di finitura. Su questo intonaco lo stuccatore
disegna la decorazione in scala 1:1, mediante l'ausilio di sagome di cartone o di
spolveri che ha predisposto. La scelta di utilizzare uno o l’altro metodo dipende
dagli elementi decorativi che andranno poi realizzati: la sagoma dà la possibilità
di definire le curve e le forme di fasce e campiture, mentre lo spolvero, creato
bucando la carta del disegno-bozzetto con sequenze di fori lungo ogni linea da riprodurre,
si presta a decorazioni a stucco con un'alta concentrazione di dettagli. L'esecuzione
della finitura si realizza in più strati lavorati a fresco a formare un unico monostrato,
suddivisi tra una prima mano di magro a setacciatura calcarea grossa, alcune mani
intermedie di grassa, ricche di calce con setacciatura media, e uno strato ultimo
di pulimento a setacciatura molto fine. L'intonaco, secondo la tecnica tradizionale
veneziana, viene lucidato a cazzuolino, conferendo alla superficie l’aspetto di
una pietra di marmo; la lavorazione delle superfici si esegue in più giorni, tanti
quanti i livelli tra le specchiature.
Per ottenere un buon risultato, confrontabile a quello dei grandi maestri del passato,
è necessaria competenza e lunga esperienza. La perizia nello scegliere il legante
e gli inerti più idonei, la mescola degli impasti e i tempi della loro maturazione
prima dell’utilizzo, la conoscenza delle diverse tecniche di stesura e dell’uso
degli attrezzi, l’esperienza sui supporti e la manualità non possono essere appresi
solo in forma teorica, ma vanno compresi attraverso un lungo apprendistato.