1

1

2

3

1

1

2

3

 

 

Un Saluto
Scrivi messaggio
Un Commento

 

25.12.2016


Il patrimonio culturale ereditato dal passato ci offre la possibilità di riscoprire tecnologie, tecniche e accorgimenti ignorati dalle trattazioni moderne, ma che in ambienti storici, nel nostro caso veneziani, risultano fondamentali per conservare ed esaltare le peculiarità tecnologiche ed estetiche dei beni culturali ed architettonici.<br> L&#8217;intento di recuperare e mantenere viva la tradizione e l&#8217;arte dello stuccoforte veneziano o marmorino ci ha portato a svolgere la nostra attività, sia nella decorazione di interni, che nel rivestimento plastico di esterni, utilizzando lo stucco, una miscela variabile di calce aerea e polveri di marmo, che nelle mani dello stuccatore prende forma per diventare una superficie levigata simile al marmo. Quest&#8217;intonaco è un rivestimento con origini antichissime, conosciuto sicuramente nel mondo greco orientale e in quello dell&#8217;antica Roma: ad esso si riferiscono già i primi trattatisti, Vitruvio e Plinio, quando parlano di &#8220;albarium opus&#8221;, cioè stucco, intonaco bianco. Il marmorino è stato utilizzato nella realizzazione di grottesche, capitelli, paraste, festoni e figure quasi a tutto tondo e nel rivestimento di interni e facciate esterne, sia per la sua capacità di adeguarsi ad ogni tipo di linguaggio e stile, sia per la sua qualità di resistenza all&#39;aggressione delle intemperie. Nel corso dei secoli, gli stuccatori formarono il volto di Venezia, imprimendo quel tono bianco-rosato che ancor oggi si conserva così forte nell&#39;edilizia antica lagunare. L&#8217;opera dello stuccatore riempie ogni ambiente e lo stucco diventa elegante abbellimento e imitazione di superfici più nobili, pur essendo un materiale economico. Nel Novecento però, la figura dello stuccatore viene progressivamente ridimensionata e si perde nel ricambio generazionale: oggi spesso tutto si riduce alla realizzazione di superfici e intonaci predisposti per essere eseguiti da operatori non specializzati, utilizzando materiali di produzione industriale con gli stessi nomi di quelli della tradizione artigianale.<br> La nostra esperienza invece dimostra come sia ancora presente il desiderio da parte di committenti, soprattutto privati, ispirato ai grandi esempi di decorazione veneziana, di realizzare all&#39;interno di ambienti ormai scevri da qualsiasi peculiarità originale, rivestimenti e apparati decorativi che valorizzino le loro residenze, creando superfici sia classiche che moderne. Lo stucco o marmorino, incamera in sé l&#8217;eleganza delle forme e la funzionalità necessarie a soddisfare anche le nuove esigenze dello stile di vita moderno, in ambienti che vengono studiati nel rispetto delle qualità biodinamiche delle strutture, del benessere e della salute dell&#8217;uomo.<br> A causa della complessità di queste lavorazioni, non è semplice descrivere brevemente la realizzazione di un apparato decorativo in stucco. Per un apparato classico, di solito si comincia con la preparazione di bozzetti, campionature di forme e di colore, modelli in scala per creare un progetto armonico che coniughi i desideri e le aspirazioni della committenza con le dimensioni e la composizione delle superfici dell&#8217;ambiente esistente. Poi in cantiere, stabilite le miscele degli impasti grazie a prove e campionature, si stende sulla muratura il primo strato chiamato rinzaffo, a base di calce e inerti a grana grossa, che ha la peculiarità di far presa anche in presenza di forte umidità garantendo la traspirabilità necessaria in luoghi umidi; di seguito sono applicati alcuni strati di arriccio ottenendo uno spessore ruvido, ma spianato, per il successivo strato di finitura. Su questo intonaco lo stuccatore disegna la decorazione in scala 1:1, mediante l&#39;ausilio di sagome di cartone o di spolveri che ha predisposto. La scelta di utilizzare uno o l&#8217;altro metodo dipende dagli elementi decorativi che andranno poi realizzati: la sagoma dà la possibilità di definire le curve e le forme di fasce e campiture, mentre lo spolvero, creato bucando la carta del disegno-bozzetto con sequenze di fori lungo ogni linea da riprodurre, si presta a decorazioni a stucco con un&#39;alta concentrazione di dettagli. L&#39;esecuzione della finitura si realizza in più strati lavorati a fresco a formare un unico monostrato, suddivisi tra una prima mano di magro a setacciatura calcarea grossa, alcune mani intermedie di grassa, ricche di calce con setacciatura media, e uno strato ultimo di pulimento a setacciatura molto fine. L&#39;intonaco, secondo la tecnica tradizionale veneziana, viene lucidato a cazzuolino, conferendo alla superficie l&#8217;aspetto di una pietra di marmo; la lavorazione delle superfici si esegue in più giorni, tanti quanti i livelli tra le specchiature.<br> Per ottenere un buon risultato, confrontabile a quello dei grandi maestri del passato, è necessaria competenza e lunga esperienza. La perizia nello scegliere il legante e gli inerti più idonei, la mescola degli impasti e i tempi della loro maturazione prima dell&#8217;utilizzo, la conoscenza delle diverse tecniche di stesura e dell&#8217;uso degli attrezzi, l&#8217;esperienza sui supporti e la manualità non possono essere appresi solo in forma teorica, ma vanno compresi attraverso un lungo apprendistato.